Casaleggio Associati fotografa lo stato di salute dell’e-commerce in Italia.
Puntuale come ogni anno, Casaleggio Associati scatta la fotografia dell’anno appena trascorso del mondo e-commerce. Il 2020 – come sappiamo molto bene – è stato un anno particolare per tutti i settori: se è vero che molte attività hanno ridimensionato il proprio fatturato, è anche vero che il digital e il mondo della vendita online hanno avuto un vero e proprio boom, anche se talvolta in modo un po’ disordinato.
Proviamo, dunque, a mettere un po’ di ordine.
LA CLASSIFICA DEL FATTURATO
Il 2020 è stato un anno di transizione dove chi ha saputo approfittare del momento ha visto un aumento importante del fatturato, come il settore del tempo libero (+48%) o i centri commerciali online (+36%), che si trovano rispettivamente al primo e al secondo posto di questa speciale classifica. Invece, per la prima volta dopo anni, il turismo, perdendo il 58% delle entrate, si vede sottrarre lo scettro ed è costretto a posizionarsi all’ultimo gradino del podio. Il calo drastico del settore turistico ha portato il mondo dell’e-commerce a rimanere sostanzialmente uguale all’anno precedente con una lieve flessione dell'1% del fatturato rispetto al 2019. Non tutto, però, è in perdita: il food & beverage vanta una crescita del +63% (quarta posizione), il settore salute e bellezza del +39% (quinta posizione), l’arredamento del +24% (sesta posizione) e quello elettronico +12% (settima posizione).
Immagine: distribuzione del fatturato nel 2020
AZIENDE DIGITAL? SÌ, MA NON TROPPO…
I SOCIAL
Il 2020 ha accelerato il trend di digitalizzazione delle aziende italiane, anche se l’Italia, purtroppo, rimane indietro rispetto agli altri paesi europei. Molti brand italiani hanno dovuto affacciarsi al digitale con mezzi improvvisati, come l’apertura di un canale social: Facebook in primis, considerato il social più efficace tra tutti, seguito a ruota da Instagram; complice di questo trend il fatto che su entrambi i canali social, nel 2020, è stato lanciato lo shop. Spesso, però, questi canali di comunicazione vengono confusi per canali di vendita; in realtà, i social, la scelta di quali utilizzare e di come utilizzarli, dovrebbe far parte di una strategia di marketing e comunicazione precisa, che sappia valorizzare il brand e i suoi prodotti, lasciando gli obiettivi di vendita sullo sfondo.
Immagine: classifica social
PIATTAFORME DI E-COMMERCE
Per vendere, altre aziende si sono affidate a piattaforme già consolidate o a federazioni nate per l’occasione, ma c’è anche chi ha investito in un proprio e-commerce e/o lo ha potenziato. In particolare, un terzo delle aziende italiane, per creare il proprio e-commerce, ha deciso di utilizzare piattaforme ad hoc, create su misura rispettando tutte le necessità di ogni singola realtà, in modo da offrire al proprio cliente una vera e propria esperienza e non solo un luogo dove poter ordinare e pagare i proprio prodotti preferiti.
Sicuramente si tratta della modalità migliore – anche se più dispendiosa nel breve periodo – per raggiungere tutti obiettivi della propria strategia digital:
- acquisire nuovi clienti;
- fidelizzare quelli attuali;
- aumentare l’awareness;
- guadagnare quote rispetto ai competitors.
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IL MARKETING AL POTERE: SEM, SEO, SMM, DEM, ADV
Parallelamente alla crescita, ormai costante, degli investimenti necessari a entrare nel mondo del commercio digitale, le aziende italiane hanno aumentato anche le risorse impiegate nel campo del marketing, spesso a supporto proprio dei canali di vendita on-line sviluppati. Nel 2020, in Italia, per la prima volta, gli investimenti nel marketing tradizionale e quelli nel marketing digitale si sono equivalsi, mentre per il 2021 ci si aspetta che quest’ultimi superino i primi, segno inequivocabile dell’affermazione del digitale anche in questo campo.
In particolare, analizzando dettagliatamente i dati sugli investimenti in campo marketing, si può notare come il canale preferito dalle aziende italiane sia quello delle attività SEM, che ha registrato un +19%; a seguire troviamo attività SEO (+15%), il Social Media marketing (+12%), il mail marketing (+10%) e, infine, il display advertising (+6%).