Il digitale come chiave di svolta e di competitività
Che l'internet delle cose stia rivoluzionando il mondo dell’industria è fatto ormai noto. La recente novità di questa rivoluzione riguarda l’ultimo anello della catena di produzione-distribuzione, ovvero la vendita al dettaglio. Si tratta di una trasformazione, nota come Retail 4.0., che impatta sensibilmente sul protagonista indiscusso: il punto vendita.
È dal XX secolo – quando il Retail ha visto la sua nascita – a oggi che questo mondo ci ha abituato a significativi cambiamenti. Inizialmente nei negozi i prodotti non si toccavano, ma venivano ordinati all’esercente. Solo in un secondo momento, con il Retail 1.0, nasce l’idea del supermercato e dell’esperienza d’acquisto tattile e in perfetta autonomia.
Occorre attendere il 1960 per assistere a un nuovo cambiamento, con la nascita degli ipermercati (Walmart, Carrefour). Parliamo di Retail 2.0. e di avvio di un nuovo concept orientato all’ottimizzazione degli spazi e alla gestione dei processi. Le esigenze dei consumatori si orientano verso l’acquisto in un unico punto vendita, dove trovare tutto, risparmiando tempo e godendo di un’ampia scelta. È tempo di punti vendita estesi, fedeli al motto everything under one roof.
Nel 1995 tutto cambia con l’arrivo di Amazon: partito dalla vendita di libri, il nuovo concept di vendita diventa in realtà un’industria della logistica e del commercio. Il canale di vendita online stravolge la rete distributiva: con il Retail 3.0. cambia il modo di fare shopping, di acquistare e di rapportarsi con i prodotti. I brand iniziano a capire che il presidio di questo modello di distribuzione diventa sempre più un must e non essere online diventa inesorabilmente un “non essere”.
Oggi, con il Retail 4.0., viviamo un nuovo cambiamento e una nuova discontinuità correlata principalmente alle nuove abitudini dei consumatori, ormai sempre più omnicanale – conseguenza diretta della rapida diffusione della tecnologia. I retailer devono presidiare pc, tablet, mobile phone, store fisici, e-commerce e tutti i canali tradizionali per promuovere i prodotti e comunicare con i consumatori. I negozi – sempre più connessi e comunicanti – si arricchiscono di totem, tablet, specchi e pareti interattive, ma anche di tecnologie come app e beacon, che consentono di incanalare messaggi e gestire meglio la relazione tra clienti e brand. Il negozio condivide con altri canali la mission di vendita, ma acquisisce la veste di spazio di creatività, in cui sperimentare e studiare i comportamenti per fornire ai consumatori esperienze e prodotti su misura. Anche i canali online evolvono: da semplici spazi per costruire o rafforzare l’immagine di un brand a canali di ingaggio diretto.
Come sottolineano gli analisti di McKinsey, diventa strategico per ciascun retailer evolvere le modalità con cui fare business secondo cinque direttrici principali:
- Più esperienza. Sono i millenials i nuovi consumatori del domani ed essi si dimostrano più orientati al valore sensoriale ed emozionale vissuto durante l’acquisto e molto meno all’utilità dell’oggetto in sé.
- Più tecnologia.È impensabile non impiegare la tecnologia per rendere più efficienti i processi di acquisto, distribuzione, comunicazione, stoccaggio e post-vendita.
- Più retailization. Occorre prestare attenzione ai nuovi competitor e a nuove modalità di commercializzazione: troviamo prodotti alimentari in vendita in farmacia, prodotti di cosmesi presso palestre, in coerenza con la richiesta di maggior consapevolezza alimentare e di stile di vita sano ed equilibrato.
- Più analytics. Sebbene l’obiettivo sia vendere, il processo d’acquisto si costruisce in più momenti che è bene studiare e monitorare.
- Più logistica. La distribuzione efficiente e puntuale dei prodotti resta strategica sia per il canale e-commerce sia per i negozi fisici.
Il consolidato rapporto vis à vis con la propria clientela, unito ai tradizionali canali di acquisto all’ingrosso – e forti del fatto di trovarsi in una location strategica – possono rapidamente tradursi in “svantaggi” competitivi se non affiancati a nuove modalità distributive. La svolta digitale, quindi, diventa un must per restare forti e competitivi, magari facendosi affiancare da partner in grado di triangolare tecnologia, marketing e merchandising.
L’importante è saper scegliere il partner giusto e non farsi cogliere impreparati.