“Smart Ivrea project”: il progetto di sperimentazione del 5G in Canavese.
«Opps!... I did it again».
Era il 25 aprile del 2000 quando uscì Opps!... I did it again, il primo singolo tratto dal secondo album di Britney Spears; il brano ebbe un grandissimo successo, vendendo quasi sei milioni di copie in tutto il mondo. Oggi, 20 anni dopo, anche Ivrea, anche il Canavese, lo hanno fatto di nuovo: nei prossimi mesi, infatti, inizierà un’attività di ricerca e di sperimentazione sulla tecnologia del 5G della durata di 24 mesi, e il nostro territorio sarà di nuovo all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e digitale, un vero e proprio punto di riferimento per le strategie tecnologiche del futuro. Sembra di essere tornati indietro di qualche anno, al tempo in cui l’Istituto nazionale di urbanistica di Adriano Olivetti progettava piani regolatori visionari per moltissime città italiane.
Lo scorso 7 gennaio 2020, infatti, il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) ha ammesso al finanziamento lo “Smart Ivrea project”, con capofila l’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale sotto il diretto controllo della presidenza del Consiglio. Il progetto è stato selezionato insieme ad altri cinque in tutta Italia, all’interno del “Programma di supporto alle tecnologie emergenti 5g”, ed è strettamente connesso alla nomina Unesco di Ivrea come “Città industriale del XX secolo”. I partner per il settore della ricerca saranno il Politecnico di Torino e il raggruppamento Tim-Olivetti-Trust Technologies, ma non solo: saranno numerose le aziende canavesane coinvolte nel progetto, come testimonia la partnership di Confindustria. «Ci sono singole aziende che possono implementare servizi innovativi – spiega Paolo Conta, presidente del Gruppo ICT di Confindustria Canavese e amministratore delegato di Laser –. Parliamo di imprese informatiche, meccatroniche, che si occupano della sensoristica dell’Internet delle cose. Ma possono anche far parte del tessuto della sperimentazione e fruire dei servizi insieme ai cittadini. Si pensi all’automazione nelle fabbriche e alla comunicazione verso l’esterno».
Insomma, semafori che si adatteranno ai flussi di traffico, cassonetti che riconosceranno i rifiuti, la Pubblica Amministrazione che premierà i comportamenti virtuosi dei cittadini, ecc. Ecco alcune possibilità per il Canavese del futuro. Sì, lo abbiamo fatto di nuovo, e lo faremo ancora e poi ancora, perché la strada per l’innovazione passa ancora una volta attraverso il nostro meraviglioso territorio.